Quando parlare non include le parole: la Comunicazione Non Verbale

La Comunicazione Non Verbale (CNV) include tutta la gamma di atteggiamenti, escluse le parole,  che mettiamo in atto quando entriamo in contatto con altre persone.

 

 

 

Alla CNV appartengono varie forme comunicative:

  •           postura
  •           mimica facciale
  •           tono di voce
  •           sguardo
  •           movimenti o immobilità
  •           colorito del viso
  •           respirazione alterata
  •           battito cardiaco accelerato
  •           sudorazione.

La CNV solitamente è implicita, cioè è una forma inconsapevole di comunicazione con l’altro, in quanto rimane sempre nella zona periferica dell’attenzione e non arriva quasi mai al livello della coscienza. È però una “comunicazione molto comunicativa”, in quanto rivelatrice di ciò che la persona vive e prova in quel preciso istante. La CNV può essere sintonica con la comunicazione verbale così che il messaggio che viene espresso è perfettamente armonico, oppure può non esserci sintonia tra la comunicazione verbale e quella non verbale  creando un messaggio contraddittorio che darà adito a interpretazioni errate o comunque confusione nel ricevente.

Pensiamo a degli esempi concreti.

1) Siamo ospiti a una cena importante, dove non avevamo assolutamente voglia di andare. Probabilmente all’arrivo la parte verbale e quella non verbale saranno in sintonia poiché saremo attenti a manifestare entusiasmo per l’evento, durante la cena però, quando il livello di concentrazione si abbassa, è probabile che saremo cortesi, ma il nostro sguardo sarà distante, ci toccheremo spesso i capelli e avremo una postura sulla sedia un po’ incurvata e dimessa sintomo di un senso di disagio.comunicazione2

2) Immaginiamo ora invece un primo appuntamento, una serata molto attesa.  il ragazzo coinvolto non è affatto sicuro che la ragazza invitata abbia  interesse per lui. Cosa farà? Cercherà di apparire sicuro di sé, molto tranquillo,  ma sicuramente avrà un’abbondante sudorazione, un respiro affannato e un  tono di voce basso o stridulo. L’incertezza , il vero stato d’animo del ragazzo, trapelerà inconsapevolmente.

Ecco allora dei  suggerimenti validi per cercare di capire cosa stiamo comunicando a livello non verbale e come invece esprimere ciò che realmente vogliamo.

  • Avere  consapevolezza del fatto che il nostro corpo entra sempre a far parte della comunicazione,  quindi ascoltarlo.
  • Porre  attenzione sul respiro poiché mantenerlo regolare abbassa i livelli di ansietà:  l’ossigeno che entra fa funzionare bene le cellule neuronali.
  • Cercare di sciogliere le tensioni,  di allentare la muscolatura del collo, delle spalle, della mandibola e della “maschera facciale” in genere.

In conclusione, che atteggiamento dovremmo tenere quando ci accorgiamo che il nostro modo di porci non è in accordo con la nostra espressione verbale? Parlare apertamente con il nostro interlocutore di quello che ci sta accadendo. Mantenere un’emozione nascosta dietro alle parole, infatti, aumenta l’arousal, cioè l’emozione cresce e diventa sempre più difficile celarla. Se invece noi ci permettiamo di esprimerla chiaramente, riusciamo a gestirla e dominarla.

Una buona comunicazione è un primo passo verso una buona socializzazione.

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